A cosa serve l’ addolcitore ?

A cosa serve l' addolcitore

A cosa serve l’ addolcitore ?

L’ addolcitore d’acqua potabile domestico.

La causa primaria della durezza dell’acqua è la presenza di ioni calcio e di magnesio che, favoriti in genere da un aumento di temperatura dell’acqua, tendono a depositarsi sotto forma di bicarbonati di calcio e magnesio (non solubili).
I primi a farne le spese sono senza dubbio i piccoli e grandi elettrodomestici, le tubazioni di casa (specie quelle che trasportano l’acqua calda), la caldaia e gli impianti di riscaldamento in generale. A causa delle incrostazioni formate dai deposito di calcio e magnesio, le tubazioni, infatti, come anche la rubinetteria, i diffusori doccia e comunque ogni altro elemento attraversato dall’acqua, rischiano di ostruirsi.
Un’acqua estremamente dura, se è calda può inoltre macchiare senza rimedio le stoviglie, incrostare esteriormente i sanitari, e causare altri piccoli disagi quotidiani che riguardano proprio la cura della persona: lavarsi così può rendere i capelli crespi, secchi, difficili da trattare, possono insorgere irritazioni allergiche per la pelle e il sapore di alcuni cibi può risultare alterato.
Anche la biancheria ed i vestiti durano di meno, si logorano e si infeltriscono: pure in questo caso esiste un risvolto svantaggioso dal punto di vista economico. Inoltre di tutta la quantità di detersivo che si utilizza nelle normali operazioni si pulizia, almeno metà verrà impiegato per pulire l’acqua, e solo l’altra metà per i vestiti, i pavimenti, i mobili, ecc…

Il calcare è un isolante termico eccezionale, purtroppo: basta 1 mm di calcare depositato sulle tubazioni e sulle superfici di scambio termico per perdere circa il 18% dell’efficienza energetica (fonte: Aqua Italia). Questo comporta bollette energetiche salate, speco inutile di combustibile ed aumento dell’emissione di anidride carbonica e “gas serra” in atmosfera.
La decisione di installare un impianto di addolcimento domestico dell’acqua deve essere presa però, con piena conoscenza di tutti gli elementi in gioco.
Innanzitutto le apparecchiature di trattamento domestico non rendono l’acqua potabile, la rendono meno dura. L’acqua del rubinetto è già potabile, garantita e controllata. L’addolcitore addolcisce l’acqua, toglie il calcare. Quindi non è un depuratore (come erroneamente lo si è comunemente chiamato, ed in alcuni casi lo si continua a chiamare così anche se non è corretto).
E’ importante che l’installazione e l’uso delle apparecchiature domestiche di trattamento dell’acqua venga fatto correttamente. il Ministero della Sanità ha emesso infatti una precisa normativa al riguardo (Decreto Ministeriale 443/90), rivisitata qualche anno fà (Decreto Ministeriale 25/2012).

L’addolcitore è un dispositivo costituito da un contenitore per le resine (bombola, generalmente in vetroresina), un contenitore per il sale (necessario per la rigenerazione periodica delle resine) ed una valvola meccanica/elettronica che, pilotata da un timer programmato, effettua i cicli di lavaggio necessari a tenere efficiente l’operatività delle resine. Attraverso lo “scambio ionico”, il calcare viene rimosso dall’acqua: gli ioni sodio fissati sulle resine vengono ceduti all’acqua e vengono trattenuti i sali di calcio e di magnesio (ovvero il calcare). La rigenerazione delle resine viene svolta in maniera automatica dall’addolcitore, quindi l’unica operazione che l’utente deve eseguire è quella di tener controllato il livello di sale all’interno del serbatoio ed eventualmente procedere ad un rabbocco dello stesso.
Per l’addolcimento dell’acqua, si vendono generalmente due tipi di sale: sale in pastiglioni (molto consigliato, ottimo e di qualità molto alta) e sale in granuli (molto scadente, sporco, sconsigliato).
Quando viene presa una decisione riguardo al sale da utilizzare, sarebbe opportuno considerare quanto sale all’incirca verrà consumato dall’addolcitore ed ogni quanto tempo l’addolcitore ha bisogno di essere pulito e manutentato.

L’impiego di addolcitori, correttamente installati e soprattutto ben gestiti, può garantire un risparmio notevole in settori anche molto diversi fra loro: nei consumi energetici, nella manutenzione di tutti gli impianti e degli elettrodomestici, per i detersivi, gli ammorbidenti, le creme per il viso e per il corpo, le cure dermatologiche, ecc. E’ sempre consigliabile, nel caso in cui si decida di acquistare un addolcitore, far effettuare un sopralluogo dall’installatore o da un tecnico qualificato, che, messo al corrente delle caratteristiche dell’abitazione e delle esigenze reali dell’acquirente, possa stilare un giusto preventivo. L’addolcitore, viene installato dopo il contatore generale dell’acqua, consentendo alle apparecchiature domestiche di lavorare con acqua senza calcare, riducendo al minimo la manutenzione, ma anche garantendo così un notevole risparmio energetico.

Poche ma importanti regole:
– gli addolcitori devono essere ubicati in locali igienicamente idonei;
– devono essere installati da tecnici qualificati, con collaudo da parte dell’installatore o da un tecnico qualificato che deve rilasciare la certificazione di corretto montaggio;
– devono esserci dei punti di prelievo a monte ed a valle dell’apparecchiatura (per tenere controllato il funzionamento), deve essere installato un by-pass ed una valvola di ritegno. Il contatore deve sempre rimanere a monte;
– l’apparecchio deve essere corredato di documenti tecnici comprensibili, compreso il manuale di manutenzione e deve riportare la dichiarazione di conformità (DM 25/2012).

Particolare attenzione va posta alla manutenzione dell’apparecchio, altrimenti questo può addirittura inquinare l’acqua.
– Sappiate che un’acqua troppo addolcita può provocare fenomeni di corrosione nelle tubature interne delle abitazioni, con produzione di acqua scura, rossastra o giallastra.
– Un addolcimento molto spinto può anche generare un’eccessiva presenza di Sodio in acqua.

Anche se gli enti gestori del servizio di distribuzione dell’acqua potabile hanno quasi sempre l’opportunità di produrre ed immettere in rete pubblica acqua addolcita, non lo fanno quasi mai. L’acqua dura causa pochi problemi alle industrie che distribuiscono acqua a livello pubblico, poiché nei loro tubi circola soltanto acqua fredda e qui le incrostazioni sono quasi trascurabili.
Se disponete ancora di sistemi a condutture di piombo, devono essere sostituiti prima che l’acqua addolcita possa attraversarli. Anche se sistemi a condutture di piombo in zone provviste di acqua dura, possono non rappresentare un problema, è consigliabile sostituirle comunque. Infatti, quando l’acqua addolcita naturalmente o artificialmente finisce in tali sistemi di condutture, si può verificare un distacco di piombo dalla loro superficie e di conseguenza può essere trasportato sulle nostre caraffe o sulle nostre cucine durante la preparazione di cibi e vivande.

Guarda anche il video per comprendere meglio



I sistemi di trattamento acqua Enki sono stati installati anche da: