11 Apr Allarme PFAS: nuovi studi e test in arrivo
La presenza degli PFAS all’interno dell’acqua potabile rimane ad oggi uno dei problemi più gravi, nonché sottovalutati, del nostro settore.
Le ultime novità riguardano prima di tutto un recente studio europeo del German Center for Neurodegenerative Diseases di Bonn, Germania, dove i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di 2.500 residenti di Bonn e del comune di Leiderdorp (Paesi Bassi), appartenenti a età differenti. Lo studio si è concentrato su tre PFAS comuni, ossia l’acido perfluoroottanoico (PFOA), l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS) e l’acido perfluoroesansolfonico (PFHxS), e ne ha confermato la presenza in tutte le persone testate, senza differenze significative tra i due paesi.
Si è inoltre scoperta una correlazione tra la presenza di PFAS e alterazioni negative dei lipidi del sangue,quali livelli aumentati di colesterolo, HDL, LDL e trigliceridi, con i danni che risultavano maggiormente evidenti nella popolazione più giovane.
Vedi anche: PFAS nell’acqua potabile: cosa sono e come rimuoverli
Test rilevazione PFAS
Una buona notizia arriva invece dagli Stati Uniti: gli ingegneri del MIT (Massachusetts Institute of Technology di Boston) hanno sviluppato un sistema per una prima rilevazione domestica degli PFAS, basato su una tecnologia a flusso laterale. Il test, che utilizza il polimero chiamato polianilina, può rilevare concentrazioni di Pfas fino a 400 parti per trilione di PBFA e 200 parti per trilione di PFOA.
Pur rimanendo per ora lontano dal limite massimo consentito per l’acqua potabile, è ad oggi uno dei metodi di maggiore grado di sensibilità finora sviluppati, e potrebbe in un prossimo futuro semplificare il monitoraggio autonomo dei livelli di PFAS nell’acqua domestica.
Rimuovere gli PFAS con l’ultrafiltrazione
Attualmente, i sistemi di ultrafiltrazione sono la soluzione più indicata per chiunque necessiti di rimuovere gli PFAS dalla propria acqua potabile.
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